Bologna 10:25

Io ricordo, qualche anno dopo, avevo dieci anni e d'estate andavo in treno a trovare i miei nonni.
Mia mamma durante lo scalo di Bologna mi accompagna a vedere la lapide con i nomi delle persone, erano tantissimi, per me erano di più, il numero era una cosa sola, loro erano tante.

Guardo lo squarcio che prende luce, ma qualcosa non mi torna, mi ricordo d'aver visto in televisione che lì c'era un buco enorme, come uno strappo, un pezzo della stazione non esisteva più, in quel momento c'era gente dentro alla sala, mentre io ero in visita, la sensazione di essere di passaggio mi aiutava, io non volevo stare lì.
Avevo paura, quel posto era stato un buco enorme, esposto alla luce, esposto a tutte quelle persone che al caldo e nella polvere mi sembravano formiche, mi faceva paura che tutto fosse tornato normale.
Nella mia testa doveva rimanerci il buco e le macerie, il caldo e la polvere per mostrare che quel posto era stato strappato via. Forse per far paura e far sentire in colpa chi aveva fatto quel mostruoso buco.
Chiesi a mia mamma il perché.
Non ricordo la risposta.
Probabilmente non mi è bastata.

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